GUILLEM VIDAL
Forgotten Playground
I parchi giochi abbandonati nelle immagini di Guillem Vidal sono una metafora dell’oblio: di quella incapacità caratteristica della fase adulta della vita umana, quella in cui il ludico resta solo come un ricordo. Questi spazi di gioco, per bambini o adulti, vengono invasi dalla natura nel lento processo della sua trasformazione in rovina.
La serie solleva due livelli di lettura, una critica sociale del posto che il gioco occupa nella nostra società dei consumi, dove è visto solo come un’industria o uno spettacolo. E un altro più intimo e personale, dove troviamo le rovine del paradiso da cui siamo stati espulsi, una volta divenuti adulti, e di cui rimane solo la traccia che sta alla base di queste fotografie.
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Guillem Vidal, dopo il Diploma in Graphic Design presso la Scuola Eina di Barcellona, dal 1983 lavora come grafico e nel 1985 apre il suo studio. Dal 2002 utilizza il linguaggio fotografico per sviluppare il suo lavoro personale, che si sviluppa prevalentemente nel campo del paesaggio. In esso mostra l’intervento umano nell’ambiente naturale come generatore di paesaggio e, soprattutto, la lotta della natura per invertire questo intervento.
The abandoned playgrounds in Guillem Vidal’s images are a metaphor of oblivion: of that inability characteristic of the adult phase of human life, the one in which play remains only as a memory. These play spaces, for children or adults, are invaded by nature in the slow process of its transformation into ruins.
The series raises two levels of reading, a social criticism of the place that gaming occupies in our consumer society, where it is seen only as an industry or a spectacle. And another more intimate and personal, where we find the ruins of the paradise from which we were expelled, once we became adults, and of which only the trace that forms the basis of these photographs remains.
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Guillem Vidal, after graduating in Graphic Design at the Eina School in Barcelona, ​​has worked as a graphic designer since 1983 and opened his own studio in 1985. Since 2002 he has been using the photographic language to develop his personal work, which mainly develops in the field of landscape. In it he shows human intervention in the natural environment as a generator of landscape and, above all, nature's struggle to reverse this intervention.